lunedì, luglio 03, 2006

L'erotismo medievale

Uno dei luoghi più felici riguardo la circolazione di storie e di romanzi fu certamente la Francia occitanica del 12° e 13° sec. d.C. Numerose forme espressive, consumabili sia in ambiti di corte (letteratura cortese) che ad orecchie del popolo (chanson de geste), furono create e raccontate dagli attori dell'epoca, i giullari.

Spesso il racconto si concretizzava nella ascesa di un cavaliere, che attraverso varie peripezie raggiungeva il tanto acclamato obiettivo, la dama. In queste storie, il percorso è piuttosto freddo e lineare, e l'amplesso finale (comunque mai raccontato o solamente fatto intendere) era la fine e la meta di ogni storia.

Si è fatto notare tuttavia, che alcuni romanzi cavallereschi (i più famosi, e credo non sia un caso) tendessero a celebrare un altro tipo di amore, ancora più idealizzato: un amore impossibile, tra due classi sociale diverse, che non avrebbe mai potuto essere rivelato. Si tratta di un amore allo stesso tempo adulterino e contemplativo che ha visto protagonisti Regine o donne dell'alta aristocrazia con cavalieri, giullari, uomini esclusi dalle dinamiche del potere.

Come sempre, alcuni esempi chiariranno di cosa sto parlando. Ricordate la storia di Lancillotto e la regina Ginevra, moglie di Re Artù? O ancora, ricordate la famosissima storia di Tristano e Isotta, un originalissimo triangolo amoroso che alla fine si concluse con la dipartita a miglior mondo del marito di lei?

Questi sono solo pochi spunti, ma sembrano rivelare che nel medioevo una certa concezione erotica non fosse del tutto sconosciuta. Naturalmente circolavano documenti molto più espliciti, provenienti per la maggior parte dalla Spagna arabica, ma questa è un'altra storia.

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