lunedì, settembre 17, 2007

Del mestiere del blogger e delle sue petunie

Qualsiasi promessa è vana: tutte le volte che mi impegno a scrivere regolarmente su questo pezzo di web, "regolarmente" non ci scrivo proprio. Ho provato a riflettere sui motivi di questa discostanza che, a quanto pare, colpisce la maggior parte delle persone che usano questi strumenti. Il web è pieno di scatole vuote il cui ultimo scritto risale, chessò, l'11 di aprile. Fanno una tristezza quando li vedi, e ti viene ancor più tristezza quando sai che ne hai uno lì nell'armadio, sempre lucido e nuovo e mai usato.

Il problema è che manca un obiettivo. Alcuni cominciano a scrivere perché hanno qualcosa di interessante da dire, ma poi la vena inventiva finisce; ad altri piace raccontare della propria vita sociale, ritenendo che possa essere una lettura interessante anche per altre persone; ad altri piace semplicemente scrivere qualunque sproloquio venga loro in mente (questi ultimi detti segaioli mentali, in termini tecnici). Io, invece, proprio non me lo ricordo perché ho cominciato questo blog, e adesso che ce l'ho sulle spalle non ancora ben capito cosa farmene.

Di scrivere cose specialistiche, no. Per quello ci sono già altri spazi molto più validi di questo. Scrivere di me stesso? Mah, tutti fanno già fatica a vivere la loro di vita, figurarsi se gli vien voglia di conoscere la mia. Linkare altri contenuti che altri blogger hanno a sua volta preso da altri blogger (eh sì, siamo tanti)? Non ci penso neanche.

Alla fine ho deciso. Continuerò a fare come ho sempre fatto. Se ho qualcosa di interessante da dire ai quattro venti (leggesi: web), lo scrivo qui e chi ha voglia se lo legge. Altrimenti, se non c'è abbastanza cicin per un buon post, ci si vede la prossima volta, la porta è sempre aperta.

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Vietraverse: post estratti al giusto grado di maturazione, a volte conditi con una lieve punta speziata a seconda di come mi sveglio la mattina.
\markettaro off