Vi siete mai chiesti il perchè dei nomi delle note musicali? Cioè per quale incredibile motivo l'elenco delle sette note è Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si? In effetti non esiste (ne potrebbe esistere) nessun legame tra la fonetica del nome della nota e l'effetto che si vuole riprodurre sullo strumento o con la voce.
Ecco che nelle mie peregrinazioni letterarie mi sono imbattutto in Guido D'arezzo, che utilizzò un celebre inno di Paolo Diacono (Ut queant laxis), per creare una specie di esacordo musicale. Ecco come:
Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve Polluti
Labii reatum
Sancte Iohannes
(Affinchè i fedeli possano far risuonare sulle corde distese i fatti mirabili della tua storia, cancella il peccato delle labbra impure, o San Giovanni)
L'Ut della mia riga fu sostituito dal Do nel 1260 ad opera di Francesco di Colonia, e così si ottenne la notazione musicale moderna.
Esistono altre notazioni musicali, utilizzate in alcuni paesi: questo sarà un argomento su cui ritornerò prossimamente.
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