Anche questa è una foto panoramica riuscita quasi completamente (se guardate bene uno dei cavi non è allineato correttamente).
E' stata fatta unendo 7 foto scattate in sequenza.
lunedì, ottobre 01, 2007
Laguna poco distante da casa mia
Il ponte di Pag
Non è semplice costruire foto panoramiche, specie con una macchinetta non proprio professionale. Però, con un po' di buon gusto, mano ferma e un software che mette tutto insieme, si possono ottenere buoni risultati.
Questa qui sopra è una veduta del ponte che collega l'isola di Pag alla terra ferma (Croazia). E' stata realizzata unendo 5 foto scattate in sequenza con una Nikon Coolpix 5700.
lunedì, settembre 17, 2007
Del mestiere del blogger e delle sue petunie
Il problema è che manca un obiettivo. Alcuni cominciano a scrivere perché hanno qualcosa di interessante da dire, ma poi la vena inventiva finisce; ad altri piace raccontare della propria vita sociale, ritenendo che possa essere una lettura interessante anche per altre persone; ad altri piace semplicemente scrivere qualunque sproloquio venga loro in mente (questi ultimi detti segaioli mentali, in termini tecnici). Io, invece, proprio non me lo ricordo perché ho cominciato questo blog, e adesso che ce l'ho sulle spalle non ancora ben capito cosa farmene.
Di scrivere cose specialistiche, no. Per quello ci sono già altri spazi molto più validi di questo. Scrivere di me stesso? Mah, tutti fanno già fatica a vivere la loro di vita, figurarsi se gli vien voglia di conoscere la mia. Linkare altri contenuti che altri blogger hanno a sua volta preso da altri blogger (eh sì, siamo tanti)? Non ci penso neanche.
Alla fine ho deciso. Continuerò a fare come ho sempre fatto. Se ho qualcosa di interessante da dire ai quattro venti (leggesi: web), lo scrivo qui e chi ha voglia se lo legge. Altrimenti, se non c'è abbastanza cicin per un buon post, ci si vede la prossima volta, la porta è sempre aperta.
\markettaro on
Vietraverse: post estratti al giusto grado di maturazione, a volte conditi con una lieve punta speziata a seconda di come mi sveglio la mattina.
\markettaro off
mercoledì, aprile 11, 2007
Un consiglio molto vtile
Il galateo, si sa, ha la sua dovuta importanza, anche quando prescrive di non guardare nel mocicchino alla ricerca di perle e rubini :) Sentite però il dvbbio di questa nobildonna:
VESTITO DA BALLOSono stata invitata ad un ballo, presenziato per la
maggior parte da nobili ed un principe come ospite d'onore. L'invito é cravatta nera perciò mio marito indosserà lo smoking. Io ho scelto un vestito da sera in lungo (nero), con gioielli fini ed eleganti, ma non troppo vistosi. Vorrei sapere se va bene o se é troppo elegante, in quanto ho letto su internet che con lo smoking bisogna indossare un abito da cocktail, mentre mio padre mi dice che ci vvole l'abito da sera in lvngo. Attendo con ansia la sva risposta. La ringrazio per l'aivto .
Gentile signora [rimosso], la scelta, confortata anche dal giudizio di suo padre è centrata. Lo smoking esige l'abito elegante, non da cocktail. Lo smoking, peraltro, non si indossa mai prima delle Venti. Quindi mai per un cocktail. Lo smoking, come il tight, e diversamente dl frac, si abbottona. Posso ancora aggiungere che se lo smoking è a doppio petto (4 bottoni) si abbottona il superiore.da qui
Ma cos'è un abito da cocktail?
martedì, aprile 10, 2007
Lezioni di galateo
[III] Perciò che non solamente non sono da fare in presenza degli uomini le cose laide o fetide o schife o stomachevoli, ma il nominarle anco si disdice; e non pure il farle et il ricordarle dispiace, ma etiandio il ridurle nella imaginatione altrui con alcuno atto suol forte noiar le persone. E perciò sconcio costume è quello di alcuni che in palese si pongono le mani in qual parte del corpo vien lor voglia.
[...]
E molto meno il porgere altrui a fiutare alcuna cosa puzzolente, come alcuni soglion fare con grandissima instantia, pure accostandocela al naso e dicendo: -Deh, sentite di gratia come questo pute!-; anzi doverebbon dire: -Non lo fiutate, perciò che pute-.
[...]
Non si vuole anco, soffiato che tu ti sarai il naso, aprire il moccichino e guatarvi entro, come se perle o rubini ti dovessero esser discesi dal cielabro, che sono stomachevoli modi et atti a fare, non che altri ci ami, ma che se alcuno ci amasse, si dis[inn]amori: sì come testimonia lo spirito del Labirinto (chi che egli si fosse), il quale, per ispegnere l'amore onde messer Giovanni Boccaccio ardea di quella sua male da lui conosciuta donna, gli racconta come ella covava la cenere sedendosi in su le calcagna e tossiva et isputava farfalloni.
[VI] Oltre a ciò, non si vuol l'uom recare in guisa che egli mostri le spalle altrui, né tenere alto l'una gamba sì che quelle parti che i vestimenti ricuoprono si possano vedere: perciò che cotali atti non si soglion fare, se non tra quelle persone che l'uom non riverisce. Vero è che se un signor ciò facesse dinanzi ad alcuno de' suoi famigliari, o ancora in presenza d'un amico di minor conditione di lui, mostrerebbe non superbia, ma amore e dimestichezza.
[VII] E se tutta la tua città averà tonduti i capelli, non si vuol portar la zazzera, o, dove gli altri cittadini siano con la barba, tagliarlati tu: perciò che questo è un contradire agli altri, la qual cosa (cioè il contradire nel costumar con le persone) non si dèe fare, se non in caso di necessità, come noi diremo poco appresso, imperò che questo innanzi ad ogni altro cattivo vezzo ci rende odiosi al più delle persone.
[XII] Male fanno ancora quelli che tratto tratto si pongono a recitare i sogni loro con tanta affettione e facendone sì gran maraviglia che è un isfinimento di cuore a sentirli; massimamente ché costoro sono per lo più tali che perduta opera sarebbe lo ascoltare qualunque s'è la loro maggior prodezza, fatta etiandio quando vegghiarono! Non si dèe adunque noiare altri con sì vile materia come i sogni sono, spetialmente sciocchi, come l'uom gli fa generalmente.
[XXII] Dèe oltre a ciò ciascun gentiluomo fuggir di dire le parole meno che oneste: e la onestà de' vocaboli consiste o nel suono e nella voce loro o nel loro significato, con ciò sia cosa che alcuni nomi venghino a dire cosa onesta e non di meno si sente risonare nella voce istessa alcuna disonestà, sì come rinculare (la qual parola, ciò non ostante, si usa tuttodì da ciascuno); ma se alcuno, o uomo o femina, dicesse per simil modo et a quel medesimo ragguaglio il farsi innanzi che si dice il farsi indrieto, allora apparirebbe la disonestà di cotal parola, ma il nostro gusto per la usanza sente quasi il vino di questa voce e non la muffa.
Le mani alzò con amendue le fiche,
disse il nostro Dante, ma non ardiscono di così dire le nostre donne, anzi, per ischifare quella parola sospetta, dicon più tosto le castagne, come che pure alcune, poco accorte, nominino assai spesso disavedutamente quello che se altri nominasse loro in pruova elle arrossirebbono, facendo mentione per via di bestemmia di quello onde elle sono femine. E perciò quelle che sono, o vogliono essere, ben costumate, procurino di guardarsi non solo dalle disoneste cose, ma ancora dalle parole, e non tanto da quelle che sono, ma etiandio da quelle che possono essere, o ancora parere, o disoneste o sconcie e lorde, come alcuni affermano essere queste pur di Dante:
Se non ch'al viso e di sotto mi venta;
o pur quelle:
Però ne dite ond'è presso pertugio;
. . .
Et un di quelli spirti disse: Vieni
Dirieto a noi, ché troverai la buca.
lunedì, aprile 09, 2007
Informazione di massa
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/spettacolo/news/2007-04-07_10768663.html
Solo io vedo il lato ironico della cosa?
Siete stanchi di leggere?
Su librivox.org potete trovare centinaia di libri in inglese letti da strenui volontari.
Infilateli nel vostro Ipod, così, oltre a migliorare la vostra cultura, potete migliorare anche il vostro inglese.
Le buone maniere a tavola
Il comportamento a tavola mi ha sempre incuriosito. Ciò che è buon comportamento in un paese, può essere considerato offensivo in un altro: è incredibile quanto ci leghiamo ad usi e costumi tanto da credere che siano assoluti.
Una volta un amico mi raccontò che nei ristoranti cinesi (in Cina) è permesso sputare sul pavimento il cibo che non piace, cosicché, chi arriva tardi al ristorante, si trova per terra resti di cibo smangiucchiato...
Volendo trovare ulteriori informazioni, wikipedia è come sempre completa:
http://en.wikipedia.org/wiki/Table_manners
Vi riporto la parte afghana, piuttosto curiosa:
Afghan table manners
- The eldest should be seated as far from the door as possible, unless there are guests present, then the guests are seated farthest from the door.
- Depending on the customs of the household a prayer maybe offered before or after the meal or both before and after to God.
- Guests are offered food first, and ought to eat the most, while the hosts eat last and the least.
- Guests always refrain from eating too much, unless the hosts coaxes them to eat more. The host should always ask at least three times if the guest wants more food. The guest should say no at least three times to the host. In certain situations the host can put food on the guest's plate by force.
- Guests are always given the best portions of the food.
- Traditionally food should be eaten with bare hands; However, cutlery is sometimes provided. Only use your right hand when eating with your hands. There are proper ways of picking up rice and other loose food without spilling any, which one should learn and practice. Wasting food is frowned upon. When cutlery is provided it is usually a spoon and fork since there is seldom need for the use of a knife when eating Afghani food. Even when cutlery is provided it is acceptable to eat with your hands interchangeably.
- Soup is eaten by soaking bread in it.
- Food remnants should be collected with bread. (dicesi anche scarpetta)
- Sometime it is common to eat collectively from one plate. One should always eat from one's own side.
- If eating on a table and bread is dropped on the floor the bread should picked up and kissed and put to one's forehead before putting back somewhere other then the floor. If eating on the floor make sure that your feet do not touch the food.
- Compliments to the chief are customary; however, compliments should be returned with extreme modesty.
- Traditionally, service during dinner is performed by the youngest. First, water is brought in a jug with a saucer to wash the hands. The food is then served. This may be followed by fruit and then tea.
- Tea is served after dinner, with dried fruits, sweets, and sugar cubes. When tea is served, the cup of a guest must never be empty, and snacks must be offered. Once the guest has finished drinking tea, the guest can flip their tea cup over to signal that they are done.
- Going to the bathroom to wash one's hands is accepted.
- Eating with one's mouth full is looked down upon.
- Even if one is starving one should refrain from being over zealous at the table. This is shameful.
- Passing wind is not tolerated. If one passes wind the consequences can be a severe blow to one's pride.
- One must never sit with one's back to anyone, especially an elder or a guest. One must never sit with feet stretched out toward anyone, especially an elder or a guest.
- One must always be polite and gracious to the host. Remember if the host is poor and had only one chicken which the family used for eggs that chicken would be sacrificed for the guest.
- After eating, the jug of water is brought out again to wash hands. A towel may be provided.
domenica, aprile 08, 2007
Sono Pazzi Questi Americani
Il punto di attacco non è però il programma, ma il nome dato al programma (GAIM). Uno a uno, tutti gli sviluppatori sono stati minacciati, prima con lettere di diffida, fino a minacce più consistenti. Il team ha dovuto dotarsi di assistenza legale e mantenere tutta la faccenda nel segreto più assoluto. Non si sa come ci siano riusciti, perchè sembra che la cosa si protragga da un po'.
Io sinceramente avevo intuito che laggiù qualcosa non andava: in 2 anni avevano rilasciato 6 beta e mai una release finale. Credevo ci fosse un po' di maretta, e invece l'impossibilità di rilasciare una versione finale faceva parte della strategia per moderare l'aggressività dei mastini di AOL.
Oggi però la cosa si è risolta: GAIM cambia nome in Pidgin. Tutti contenti? Non saprei. Io però, se fossi americano, d'ora in poi cercherei di valutare meglio se utilizzare AOL come proprio provider o qualche altro competitor...
venerdì, aprile 06, 2007
La potenza è nulla con troppa libertà
Anni e anni a pensare a come espugnare il fortino della grande impresa. Seduti sulle nostre scrivanie, assediavamo il ricco tesoro della big corporation dipingendo Linux (a ragione) come potente, sicuro, completo e affidabile. E cercavamo di farci una ragione sulle motivazioni della bassa diffusione sui client di questo sistema operativo.
La tremenda verità è che alle grandi imprese non gliene frega nulla di un sistema più bello, potente, figo tutto quello che volete. Vogliono un sistema che sia controllabile, dall'inizio alla fine. L'esigenza più sentita riguarda la capacità di porre dei limiti alla libertà degli utenti di usare il pc. Non perchè si sia in vena di totalitarismi aziendali, ma spinti dal martello oppressore degli obiettivi di efficienza.
Pensateci bene: con Microsoft i sistemi informativi possono fare di tutto sul pc appena ti connetti alla rete, e l'utente non ha la benchè minima possibilità di intervenire nè tantomeno comprendere cosa accada. Tra le altre cose: Windows Server può monitorare: la totalità dei files che si trovano sull'hd, i programmi che avete installato, la history di Internet Explorer, ora di accensione e di spegnimento e molte altre cose utili a determinare se il nostro caro dipendente sta lavorando o invece guardando un film a luce rosse in un impeto ormonale.
Tutte queste cose, con un sistema Linux non solo si possono difficilmente fare, non c'è proprio nessun sviluppare disposto a implementarle! Il mio ragionamento è che Linux è condannato a rimanere fuori dalla cerchia finchè queste caratteristiche (che io non condivido) non verranno costruite.
Paradossamelmente, per vendere non dovremmo puntare sulla libertà, ma sul controllo.
Io non lo sapevo
www.ssrn.com
Un network di ricerca sulle social sciences. Potete trovarci un bel po' di cose interessanti, se l'argomento vi interessa.
mercoledì, aprile 04, 2007
Una vita da revisore
Il solito schizzinoso, direte. Non ha mai provato a fare lavori pesanti, penserete.
Non m'importa, oggi vi voglio dire senza remore che cosa significa fare il revisore. Voi poche anime che mi leggete, non prendetemi però sul serio, dato che io sono il primo a non farlo. Il revisore dei conti può essere un mestiere d'inferno, o il mestiere più bello che esista sulla Terra. Dipende dal vostro modo di pensare e di agire. Siete pignoli all'inverosimile? Siete sensibili all'autorità e non ne volete sapere di decidere da voi, preferendo copiare quello che qualcun'altro l'anno prima ha fatto? Allora potete sopravvivere facendo il revisore. A tutti gli altri dico no, per favore non fatevi del male.
Non è che voglio parlare male del mestiere. E' che secondo me potrebbe essere fatto meglio, più intelligentemente. Una cosa che ho osservato negli scorsi mesi è il progressivo spegnimento intellettuale. Il cervello si abitua a fare quello che qualcun'altro ha sicuramente già fatto (a cosa serve rifare? si perde tempo.) e si atrofizza sulle cose quotidiane. Ciò che diviene importante è produrre carta, coprire aree, senza perdere troppo tempo a capire a cosa serve quello che si fa. Io stesso ho prodotto montagne di carta che mai nessuno guarderà, tante volte senza nemmero sapere perchè lo facevo. E che cavolo, se l'hanno fatto l'anno scorso ci sarà una ragione no?!?
E allora sì diventa un'inferno, soprattutto di fronte alla pochezza di alcune persone che purtroppo vi lavorano. Persone con poca esperienza alle spalle, magari messe a comandare troppo giovani e che non sanno far buon uso dell'autorità. Come al militare, le cose brutte che hanno fatto svolgere a voi, finisce che per ripicca le riproponi ai nuovi venuti. E il lavoro quotidiano diventa una sopportazione continua di cose ripetitive e noiose, che, mi dispiace ammetterlo, non prevedono l'uso di alcuna intelligenza attiva.
Ah, dimenticavo. Ora non sono più un revisore.
domenica, febbraio 04, 2007
Gramps genealogy system
Se davvero si vuole organizzare e mappare l'intera ascendenza familiare, al fine di trovare relazioni, fatti e, forse, scoprire qualcosa d'interessante, un piccolo aiutino vi serve. Si chiama GRAMPS, un software per creato appositamente per mappare la vostra ascendenza.
Questo programmino vi permette non solo di ordinare e costruire un albero genealogico completo dei vostri avi, ma anche di organizzare eventi storici della famiglia con foto, video e audio.
Al di là di questo, GRAMPS, è stato costruito solo come programma personale. Spingendosi oltre, potrebbe divenire un ponte per costruire una sorta di ascendenza globale, in cui i dati dalle persone di tutto il pianeta si intrecciano e si uniscono. Con le informazioni che tutti possiamo dare, chissà quanto indietro ci si potrebbe spingere con il tempo. Un'idea interessante, forse con qualche piccola implicazione sulla privacy :-)
Anzi, pensandoci bene, probabilmente qualche organizzazione di intelligence l'avrà sicuramente già fatto...
domenica, gennaio 28, 2007
L'intuizione dello scatto
http://www.flickr.com/photos/amaritan/
Non che possa ambire al rango di fotografo professionista, ma ogni tanto qualcuna, per l'intuizione del momento o più semplicemente per il fattore C, riesce bene, quasi poetica...
Tutte Creative Commons By-NC-SA. Potete farci quello che vi pare basta che citiate la fonte, non le modifichiate e infine non le utilizziate per vostre attività commerciali.
sabato, gennaio 27, 2007
Altro che wikipedia
Capita ogni tanto di trovare qualche risorsa veramente utile sul web. Questa:
http://uncyclopedia.org/wiki/Main_Page
(nella foto: Darth Vader contro la gilda dei Lollipop)
Have fun ;-)
venerdì, gennaio 26, 2007
Cent'anni di fatica
Il passato che non ho mai vissuto mi riempie sempre di amarezza e di nostalgia. Non so, forse lo percepisco dalle facce delle persone che me lo raccontano.
Oggi ho passato un pomeriggio con la nonna. Ha tanto da raccontare, una vita difficile, come tutti da queste parti. Una guerra vissuta da bambina, nei campi a lavorare giovanissima, quando ancora si raccoglieva tutto con la forza delle mani. Alla mattina si andava tutti i giorni a prendere l'acqua dal pozzo, e ci si lavava e si beveva con quella. Mica acqua di sorgente eh, qui si sta vicino alla laguna e l'acqua è sempre un po' salata.
Alla mattina si beveva il latte dell'unica vacca che c'era, magari inzuppando le patate, quando non c'era il pane. Alla sera, invece, la vera cucina creativa. Quella dei poveri. Si mangiava comunque bene, nutrendosi di sapori che la natura e il territorio spontaneamente offrivano.
Capitava così che in primavera si facessero delle gran mangiate di rane, che da queste parti abbondavano. Ancora oggi qualche ristorante le offre, e io le ho pure provate. Sono buone, se si riesce a vincere il disgusto della vista del povero essere che si sta spolpando. Oppure il pesce e i molluschi, che la notte si andava a prendere in laguna.
Sul finire dell'estate arrivavano invece i fichi, che si cucinavano un po' in tutte le maniere. Provate a prenderne alcuni, togliere la polpa dalla buccia, aprirli e friggerli nell'olio per qualche minuto, magari aggiungendo delle noci. Una leccornia.
Non voglio che questi ricordi vadano dispersi. Uno di questi giorni probabilmente le chiederò di raccontarmi la storia della famiglia. Ehi, non saranno mica i Cent'anni di solitudine di Marquez, ma vale la pena di essere raccontata. Chissà che nel processo non riesca a capire un po' meglio anche me stesso.